RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX -
C'è un De Gennaro per tutte le stagioni
Genova, 13 luglio 2009
C'è un De Gennaro per tutte le stagioni
Massimo Zamorani
Gianni De Gennaro, imputato di istigazione alla falsa testimonianza al
processo per i fatti del G8 del 2001 e per il quale il Pm ha chiesto due
anni di reclusione, all'epoca era Capo della polizia e dirige tuttora il
Dis (dipartimento delle informazioni per la sicurezza) ufficio che
dovrebbe coordinare l'attività dei due principali servizi segreti
italiani. Nato a Reggio Calabria nel 1948, è personaggio di prima
grandezza nel firmamento nazionale, protagonista di una grande carriera
iniziata nel 1973 quando, entrato nella Polizia, fu assegnato alla
questura di Alessandria. Trasferito poi a Roma, nel 1981 è rimasto alla
Criminalpol fino al 1991, quando è stato designato dal ministro
dell'interno Vincenzo Scotti alla Dia (Direzione Investigativa Antimafia).
Dal punto di vista strettamente poliziesco non gli sono attribuite
operazioni di rilievo e dai suoi colleghi era considerato uomo da
scrivania più che da indagini, contrariamente ad Antono Manganelli, che
gli è stato vice e lo ha poi sostituito nel 2007 al vertice della Polizia.
De Gennaro era appoggiato dal Capo della Polizia Vincenzo Parisi - che non
ha lasciato un buon ricordo - a sua volta nella manica del già presidente
Oscar Luigi Scalfaro. Grazie alla sua ottima conoscenza dell'inglese, De
Gennaro ha portato a termine felicemente due operazioni all'estero, una
legata a Edoardo Agnelli (che ha poi incontrò tragica fine) e l'altra a
Claudio Martelli. Da questi due interventi coronati da successo gli venne
grande prestigio nell'ambiente politico nazionale e infine, nell'anno
2000, Giuliano Amato, presidente del Consiglio ed Enzo Bianco, ministro
dell'Interno, gli affidano il comando della Polizia. Vi resta sette anni e
in quell'arco di tempo si avvicendano i governi: dal centrosinistra passa
al centrodestra berlusconiano, poi è riconfermato ancora dal
centrosinistra e ririconfermato dal centrodestra ritornante. Il
vai-e-vieni politico non coinvolge il "migliore", come lo ha definito Giuseppe Pisanu, uno dei sette ministri dell'Interno che si sono
avvicendati al Viminale nel corso della gestione De Gennaro della Polizia.
Infine, e dopo che De Gennaro aveva già da tempo in saccoccia l'iscrizione
nel registro degli indagati per via del fattaccio G8, con Romano Prodi
presidente del Consiglio viene assunta, nel giugno 2007, la decisione di
sostituire, dopo sette anni di carica, il capo della Polizia, però nessuno
osa parlare di giubilarlo. Anzi, la sua ricollocazione diventa un affare
di Stato, tanto che si apre il problema di scovare una poltrona degna di
questo personaggio buono per tutte le stagioni. Il ministro dell'Interno
Giuliano Amato lo vuole come Capo di gabinetto al ministero e per fargli
posto sradicano il prefetto Carlo Mosca, anch'egli già appartenente alla
polizia. Non viene considerata la levata di scudi dei prefetti di
carriera, che protestano per l'invadenza degli ex poliziotti, ai quali
vengono offerte troppe poltrone dorate che - affermano a gran voce -
spetterebbero di diritto a loro. Non è certo per queste obiezioni, dunque,
che De Gennaro viene presto trasferito su una poltrona che è ancor più
importante: la direzione del Dis (Dipartimento delle informazioni per la
sicurezza), che nella farraginosa struttura dell'intelligence nazionale è
l'organismo destinato a coordinare i due maggiori servizi, l'Aise e
l'Aisi, un tempo denominati Sisde e Sismi. Contrariamente a quel che
avviene in tutto il mondo, da noi non si usa affidare i servizi a elementi
rigorosamente del mestiere, quindi l'inserimento del "migliore" tra i
poliziotti passa senza che venga sollevata obiezione da nessuna parte
politiche.
Però attualmente, vista la situazione processuale in corso e quel che è
emerso nei rapporti tra il già capo della Polizia e il già questore
Colucci (anche lui, nel frattempo, transitato nei servizi segreti) in
relazione alle sciagurate vicende del G8 genovese del 2001, si è indotti
ad esprimere qualche considerazione. In un paese com'è la Penisola, dove
tutto viene accanitamente lottizzato, la collocazione in orbita stanziale
di un "migliore" buono per tutte le stagioni non può non suscitare dubbi e
perplessità.